La via dei migranti

La classe 2^ A, guidata dalla Professoressa Impellizzieri, ha trattato argomenti delicati, a volte difficili da comprendere, dedicati alla Giornata Nazionale della Memoria e dell’Accoglienza. Abbiamo fatto delle riflessioni……e delle poesie

SOGNAVO UNA VITA

Il mare infinito inonda il mio cuore,

la tempesta mi ha strappato gli abiti e l’anima,

fradicio nuoto per arrivare alla meta,

per toccare terra, per sfuggire al mio passato,

al ricordo impresso per sempre nella mia mente.

La mia ferita è aperta da troppo tempo,

chissà dov’è ormai il nostro barcone,

chissà dove sono i miei compagni di viaggio.

Sono solo ormai, mi specchio nell’acqua,

aspetto qualcuno che mi aiuti.

Portavo con me una valigia, vuota, ma piena di sogni,

ora ho solo il ricordo di parole lontane:

“devi essere forte, qualunque cosa accadrà abbi coraggio”

Immagino di suonare le ultime note della mia vita.

E’ scesa la notte, tutto si è spento, non sogno più.

Volevo solo una vita migliore, ma sprofondo nel blu.

Lucrezia Bonanno


BRACCIA TESE A UN ORIZZONTE IGNOTO

Braccia tese e indolenzite avvolgono il dono che mi ha dato la vita.

Tendo le mie braccia a soldati che non conosco,

li supplico con lo sguardo di aiutarmi,

di portare in salvo ciò che ho di più caro, verso un orizzonte ignoto.

Ma ogni posto sarà migliore di questo ….. anche l’ignoto.

Farei qualunque cosa per te, anche dare la mia vita.

Non so quale sarà il tuo destino,

il destino di un piccolo bambino che adesso non ha niente.

Guardo per l’ultima volta i tuoi piccoli piedi, non li dimenticherò mai.

Adesso una scia di speranza illumina il tuo cammino,

anche se ora le lacrime bagnano il tuo visino.

Dalle mie braccia di madre a quelle dei soldati

e un filo spinato ti separerà da me per sempre.

Non so se ti rivedrò, il cuore mi esplode,

ma devo per forza tendere le mie braccia stanche ai soldati.

E come Maria ha donato il suo più bel dono agli uomini,

io dono a te, piccolo mio, la speranza di una vita.

Da una mamma afghana

Ginevra Bonanno