È colpa mia…

“Scusa, hai ragione”, gli dicevo ogni volta che lo facevo arrabbiare. È colpa mia lo so, quando mi chiede di fare qualcosa la devo fare immediatamente. Ci provo, ma molto spesso tardo un po’ quando mi chiama, e poi è giusto che si arrabbi. Devo stare più attenta. Per esempio, un po’ di tempo fa io stavo cucinando mentre lui guardava la partita in televisione con il volume al massimo. Era con i suoi amici, quindi gridavano bevendo la birra ed esultando. Ad un tratto la squadra avversaria segna un gol, di conseguenza Alessandro (mio marito) lancia la bottiglia di birra sul tappeto. Mi chiama più volte, ma io non lo sento, allora si alza, arriva in cucina e mi tira in soggiorno bruscamente. Una volta arrivata vedo le condizioni del tappeto e immediatamente Alessandro mi lancia dove c’è il vetro spezzato. Mi sono graffiata le gambe a causa della gonna che indossavo (nonostante il freddo) ma se tenerla rendeva felice lui, rendeva felice anche me. Mentre pulivo, ad un certo punto, Alessandro mi grida: “Cosa fai, non chiedi nemmeno scusa?!”. Subito mi rendo conto che maleducata che ero stata a non chiedere scusa per non essere arrivata subito, allora gli ho risposto: “Scusami amore, mi dispiace davvero tanto, ho sbagliato”. Dopo dieci minuti si alza , mi prende da un braccio e mi porta in cucina gridando: “Cucina, ho fame!”. Immediatamente gli chiedo scusa e continuo a cucinare. Questo è stato solo un avvenimento ma ho fatto tantissimi altri errori, facendolo giustamente arrabbiare. Qualche giorno fa ho fatto l’errore più grande che potessi fare. Dopo una litigata siamo usciti per fare la spesa ma io mi ero dimenticata di coprire il livido che mi era nato sotto l’occhio con il fondotinta. Mentre lui finiva di prendere le ultime cose al banco frigo, io ero andata alla cassa per velocizzare i tempi. C’era tanta fila e la signora davanti a me allora si era girata per far passare il tempo più velocemente, notando così il livido. Mi stava spaventando con tutte le sue domande: “Chi te lo ha fatto?”, “Hai bisogno di aiuto?”, “Se me ne parli possiamo risolvere”. Io ho risposto che avevo semplicemente sbattuto ma lei non sembrava convinta, perché diceva che la forma era di un pugno. Una volta arrivato, Alessandro le dice di girarsi. Poi mi stringe forte le mani e mi intima: “Quante volte ti ho detto che non devi parlare con gli estranei?” Io chiedo scusa ed una volta tornati a casa mi rimprovera come faceva sempre, ma mentre mi stava aggredendo la polizia entra in casa e lo ammanetta. Mentre lo portavano via lui mi urlava: ” Ti odio, nella vita avevi solo un compito e lo hai fatto male. Ti prometto che quando potrò, tornerò e mi vendicherò mettendo fine alla t…” Al punto che la Polizia gli dà un colpo con il manganello senza farlo finire e lo porta via. Rimarrò qui ad aspettarlo perché lo amo, anche se non abbastanza rispetto a quanto mi ama lui.

Scritto da Elisa Zagarella 2D