Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’ Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
LINEE DI INDIRIZZO
Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa
Premessa
La nostra Costituzione assegna alla famiglia e alla scuola la responsabilità di educare e di istruire i giovani. Fin dalla nascita della moderna Repubblica, pertanto, i genitori e gli insegnanti hanno rivestito un ruolo di grande rilevanza nello sviluppo dei giovani. Nel tempo, il dettato costituzionale ha avuto varie interpretazioni, a livello normativo e a livello attuativo e le innovazioni introdotte nella scuola hanno fatto progressivamente evolvere l’interpretazione del rapporto scuola/famiglia nella direzione di una relazione via via sempre più interattiva. Bisogna considerare che l’evolversi di nuove teorie pedagogiche ha accreditato, nel processo di innovazione della scuola, il valore della singolarità dell’individuo, della diversità dei ritmi di apprendimento, dei diritti di tutti gli allievi, di quelli dei soggetti in difficoltà. Di conseguenza, sono stati elaborati nuovi modelli didattico-educativi che hanno permesso alla scuola di reinterpretare le modalità di attuazione del dettato costituzionale in merito al rapporto scuola/famiglia. Determinante è stato anche il ruolo dei genitori nella vita scolastica, sia negli istituti statali che paritari, che è risultato nel tempo sempre più pregnante, trasformandosi da mera partecipazione agli organi collegiali ad autentica cooperazione alla progettualità e ai processi formativi. E’ scaturito, quindi, l’obbligo per le istituzioni scolastiche di dare piena esecuzione alle disposizioni normative per introdurre nuove modalità organizzative atte a favorire un maggiore coinvolgimento dei genitori nella vita scolastica, investendoli della corresponsabilità educativa. Nel promuovere le innovazioni nelle scuole, non va trascurato il pregresso storico ovvero la comprensione del retroterra culturale della scuola per poter sfruttare al meglio le esperienze realizzate, riflettendo anche sulle eventuali difficoltà. In sintesi, un valore va, sì, postulato ma diventa tale soltanto se illumina l’agire indirizzandolo verso risultati ad esso coerenti. Infatti, considerata la presenza dei numerosi strumenti didattici e metodologici introdotti, la scuola di oggi deve impegnarsi a sfruttare al meglio le risorse di cui dispone quale per esempio il Bilancio Sociale. Questo strumento, introdotto dalla Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica sulla rendicontazione sociale nelle amministrazioni pubbliche del 17 febbraio 2006, rappresenta per le scuole un’opportunità di apertura verso il territorio che consente una comunicazione più incisiva con gli stakeholders, in particolare con le famiglie. Nell’attuale fase di promozione e realizzazione della corresponsabilità educativa, va considerato quindi l’iter normativo e le buone pratiche già realizzate nelle scuole, sia statali che paritarie, che hanno preparato il terreno scolastico rendendolo sensibile ad un lavoro sinergico con le famiglie e con gli studenti e ad un miglior uso delle opportunità e degli strumenti già disponibili nelle scuole.
1. La corresponsabilità educativa: aspetti problematici e valore strategico
Le innovazioni introdotte nella scuola hanno rafforzato sempre più il ruolo propositivo delle famiglie nella formulazione di proposte, nelle scelte di talune attività formative e in altri aspetti che riguardano i percorsi educativi. Oggi possiamo ben affermare che il protagonismo attivo delle famiglie è ormai un dato acquisito, essendo definitivamente riconosciuto dalle politiche scolastiche ed entrato nell’apparato concettuale della cultura delle scuole. Con il passaggio da una corresponsabilità educativa sancita ad una esercitata all’interno della scuola, sono realmente privilegiate occasioni di incontro e di lavoro in cui i genitori possano esprimersi e dare il loro contributo, a vari livelli, confrontarsi con i docenti e con il territorio sulle problematiche giovanili, proporre esperienze extracurricolari, ove consentito, far parte di gruppi di lavoro. Gli insegnanti e i genitori, nonostante la diversità dei ruoli e la separazione dei contesti di azione, condividono sia i destinatari del loro agire, i figli/alunni, sia le finalità dell’agire stesso,ovvero l’educazione e l’istruzione in cui scuola e famiglia operano insieme per un progetto educativo comune. Il focus della problematicità di questo rapporto cade sul rispetto dei ruoli, delle competenze, dei compiti e delle libertà di ciascuna di queste due figure. Nell’esercizio della corresponsabilità,infatti, ciò che fa accrescere l’efficacia di questo mezzo è lo scambio comunicativo e il lavoro cooperativo. Ma ciò che mantiene vivo tale scambio è quel senso di responsabilità sociale che dovrà determinare le scelte strategiche delle scuole, connotando il loro lavoro come contributo significativo alla costruzione del sociale. Va sottolineato che, nell’economia dell’attività scolastica, “costruire il sociale” vuol dire assumersi, nei confronti della società, la responsabilità degli effetti delle scelte che si compiono, in termini di valori educativi; parliamo dunque di successo scolastico e sviluppo delle competenze chiave. La responsabilità sociale non si riferisce all’onere delle decisioni, che è una responsabilità istituzionale, bensì al dovere, nei confronti dei cittadini, di rendere trasparente l’esercizio dell’autonomia. Nel bilancio sociale l’aspetto più rilevante è il processo identificativo della singola istituzione scolastica composta da una individuazione dei processi educativi messi in atto e delle strategie adottate, tali da delineare l’identità della scuola e, in particolare, dei soggetti che hanno cooperato condividendo la responsabilità dei vari progetti realizzati: docenti, genitori, studenti,personale ATA, Associazioni di genitori e gli altri organismi esterni. Il Bilancio sociale è uno strumento di forte aggregazione tra le varie componenti del mondo della scuola necessario alla gestione del processo scolastico che richiede una ponderata pianificazione iniziale dei suoi contenuti come una sorta di tela narrativa la cui trama e l’ordito vanno gettati all’inizio dell’anno e rappresentano i vincoli entro i quali prenderà corpo il percorso educativo. La definizione dei vincoli iniziali esige la determinazione di molti parametri, tra i quali i soggetti da coinvolgere e, tra questi, le famiglie, quali interlocutori privilegiati, con i quali aprire un confronto critico su valori, finalità, obiettivi delle scelte educative e quant’altro riguarda la vita della scuola. Le famiglie, in forma individuale o collettiva, potranno esercitare il loro ruolo propositivo ed esprimere le loro istanze, contribuendo significativamente e attivamente alla definizione dell’autonomia didattica e culturale della scuola. In questa prospettiva metodologica dell’agire scolastico, la progettazione educativa può concretamente definirsi “partecipata” in quanto i soggetti che cooperano alla sua realizzazione sono coinvolti fin dalla fase iniziale, quando si getta la trama e l’ordito su cui tessere le sequenze dell’itinerario scolastico. Le scuole, pertanto, dovranno sfruttare al meglio strumenti e risorse disponibili in modo da consolidare queste nuove forme di collaborazione con le famiglie e aprire nuove forme di dialogo e di comunicazione basate su uno scambio continuo, interno ed esterno, tali da caratterizzare realmente una comunità educante.